martedì 31 gennaio 2012

Le note dell'Opera

di Lulù e Anacleto


E’ una piacevole consuetudine quella di passare qualche sera a teatro immergendosi in questa forma di intrattenimento di origini davvero antichissime. Le rappresentazioni sono veramente varie: rivisitazioni del teatro classico con le grandiose tragedie greche o della commedia dell’arte italiana, per non dimenticarci delle nuove avanguardie e dell’intramontabile opera lirica.

E’ a favore dell’opera che oggi ci scaglieremo! Ebbene sì, se vi solletica l’idea farete ancora in tempo a procurarvi i biglietti per questa sera stessa!
L’opera è una rappresentazione erroneamente di nicchia, per esempio alla Scala di Milano esistono abbonamenti vantaggiosi anche per i giovani o la possibilità di prendere i biglietti il giorno stesso dello spettacolo davvero a prezzi estremamente convenienti, facendo un paio d’ore di fila nella via dei Filodrammatici, adiacente al teatro.

L’emozione di un’opera dal vivo non può di certo competere con qualche aria famosa ascoltata qua e là. Pertanto nonostante i numerosi scettici verso questo tipo di spettacolo, l’opera dal vivo è davvero meravigliosa. Provare per credere! Si viene catapultati in una dimensione senza tempo di velluti, papillon e brillanti, in un’atmosfera che, vissuta in prima persona anche solo per una sera, lascerà una piacevole sensazione di magia d’altri tempi.




domenica 29 gennaio 2012

Perle... di maturità!

di Lulù
   
Le perle sono un gioiello davvero intramontabile. Sono estremamente poliedriche, completando con un tocco di eleganza un look casual e conferendo eterna classicità ad uno ricercato. 
Si dice addirittura che Cleopatra assaporasse una delle bevande più snob della storia: succo di limone a cui aggiungeva una perla da ventiquattro carati (ossia dal valore di sei milioni di sesterzi!!?!).
Sono un perfetto dono per un diciottesimo, saranno davvero intramontabili a qualsiasi età.
Inoltre ogni occasione è sempre giusta per indossare le perle!

Gli orecchini:

Il gioiello più portabile nella quotidianità sono gli orecchini, non si sarà mai banali anche indossandoli ogni giorno, anzi non se ne potrà più farne a meno!
Le perle sono portatrici di antiche leggende e tradizioni, raccolgono misteri della notte dei tempi, sono pregnanti di significati allegorici quali la nobiltà d’animo che ricade su chi le porta, sono simbolo di estrema femminilità legata alla luna e all’acqua.
La cromia più consueta è il bianco, ma esistono sfumature ricercate di color rosa, crema, viola scuro, grigio e addirittura nero molto raro. Anche la forma può essere variabile: sferica, a goccia, a grana di riso o irregolare, la perla non perde sicuramente il suo fascino.
Le perle possono essere sia di mare, dalla perfetta forma sferica, sia di fiume dalla forma più barocca e allungata ma di certo non meno preziose.
Attenzione alle imitazioni, si dice che un tempo le perle originali si riconoscessero strofinandole sui denti percependone così le lievi increspature superficiali.


Il filo di perle:

Il girocollo di perle è sicuramente il gioiello più classico ed adattabile a qualsiasi abbigliamento e circostanza, più vittoriano è invece il collare composto da più fili che aderisce perfettamente al collo (ideale per scollature a V, a barchetta, o ad abiti che lasciano scoperte le spalle). Maestoso è il modello opera da solo a più giri o portato con altre collane in oro o pietre. Per finire come dimenticarsi del modello chanel? Un magnifico filo di quasi un metro e mezzo per chi ama davvero le perle!

La cura delle perle:

Le perle sono un gioiello vivo, traggono quasi beneficio dall’essere usate frequentemente, attenzione ai profumi e agli spray. Per le collane sarebbe opportuno prestare attenzione alla buona tenuta del filo che oltre a potersi rompere favorisce l’accumularsi di polvere tra una perla e l’altra.
Dopo l’uso è opportuno strofinare le perle con un panno morbido e riporle lontano da altri gioielli o da oggetti contundenti.

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venerdì 27 gennaio 2012

Calze e stringhe

di Anacleto
     
Anche se non ci sono regole molto severe, abbinare la calza alla scarpa o al pantalone può indurre spesso in errore. 
Le uniche vere regole che davvero dobbiamo tener sempre presente sono:
1. la calza bianca, per esempio quella di spugna, deve essere tassativamente relegata a circostanze sportive, come una partita di tennis
2. con scarpe aperte, come i sandali nella stagione estiva, l’uso della calza deve essere abolito.


Calze, pantaloni , stagioni e occasioni:

Innanzitutto lana, filo di scozia, filo di seta o di cotone devono essere indossati nella giusta stagione e nella giusta circostanza. Anche la calza, come la pochette (La pochette può fare la differenza), dovrà diventare una marcia in più per il nostro look, quel piccolo tocco di classe che ci permetterà ancora una volta di sbizzarrirci, divertendoci, con gli abbinamenti.

Pantaloni gessati (lana) – calze in filo di Scozia meglio tinta unita per un look elegante
Pantaloni scozzesi (lana) – calza in filo di Scozia con tinta che richiami la cromia del pantalone
Pantaloni millerighe (velluto) – calza pesante in lana con fantasia a rombi
Pantalone tinta unita (cotone) – calza in cashmere a coste, righe bicolore, pois o a tinta unita tenendo in giusto conto il colore del pantalone e magari creando contrasti insoliti.
Denim con taglio dritto – calze in cotone a righe, puntini, fantasia a grana di riso in rilievo.





8 modi per allacciare le scarpe:

Effettuare la scelta giusta di abbinamento per quanto riguarda le scarpe è semplice: scarpe nere con pantaloni neri, blu, grigi; scarpe marroni con tutto, tranne pantaloni neri. 
Scarpe di altri colori sono invece più discutibili, tranne quelle di tela bianca e quelle da ginnastica. Attenzione all’uso di scarpe nere con vestiti informali come jeans, pantaloni in cotone kaki e in velluto a coste, sempre meglio il marrone.
Qui di seguito riportiamo una piccola tabellina in cui si evidenziano i modi più interessanti per allacciare le scarpe.



giovedì 26 gennaio 2012

Non solo spille da balia...

di Lulù e Anacleto

Fare della spilla un accessorio da portare nella quotidianità risulta piuttosto difficile, forse perché questo piccolo oggetto ornamentale ha bisogno di essere reinventato e non è più molto diffuso.
La spilla in realtà ha origine antichissime, per esempio in età romana quando si chiamava fibula, serviva per affrancare i morbidi drappeggi di pepli e toghe. Era una vera e propria opera di cesello!

Le spille oggi sono veramente di qualsiasi materiale, di qualsiasi colore e rappresentano qualsiasi soggetto, pertanto si possono facilmente adattare ai nostri gusti.
E’ un piccolo dettaglio che può ravvivare un maglione, un cappotto o un cappello davvero in un batter d’occhio, conferendo un piccolo tocco di eccentricità che tanto piace a noi Principi Ranocchi.
Sicuramente le nostre nonne hanno ancora, in qualche cassetto dimenticato, qualche spilla in argento o in bachelite anni ’60, pronte per tornare a nuova vita!


Il bello delle spille è che sono senza tempo! Una spilla d’oro su un maglione color sottobosco o una spilla di tessuto più sbarazzina, daranno quel giusto accento di originalità.
Osate con le spille! La giusta spilla può essere portata in qualsiasi occasione: che sia super elegante per una serata all’opera, o più giocose per rallegrare un maglione in una giornata uggiosa. Anche affrancare una sciarpa voluminosa sopra il cappotto con una spilla da kilt sarà un insolito tocco per rimanere al caldo in questi giorni così freddi!

La spilla, perché no, si può adattare anche ad un look maschile. Ad un cappello a tesa larga, ad una coppola o al risvolto della giacca risulterà di certo adeguata.





martedì 24 gennaio 2012

Un genetliaco da giovin signore

di Lulù e Anacleto


Come festeggiare un compleanno? Vediamo le mosse vincenti per il festeggiato e per gli invitati.

Chi invita:

Innanzitutto è opportuno organizzare con il giusto anticipo, senza esagerare dato che non siamo di certo il re della Papuasia. In questo modo i nostri amici avranno il tempo necessario per organizzarsi.
Nel caso di una cena o di un pranzo al ristorante, quando si muove un invito, sarebbe meglio offrire. Se così non fosse, sarebbe educato avvertire per tempo gli amici, potrebbero di conseguenza regolarsi saldando il conto anche per voi al posto del regalo. Si eviterebbe una circostanza imbarazzante e ahimè frequente: festeggiato girovago per il tavolo con mazzetta!
Anche organizzare una cena a casa sarà sicuramente una circostanza allegra e simpatica per ritrovarsi con i propri amici. Basta poco! Una spaghettata home-made, un torta e della buona musica.

Chi è invitato:

Molto importante è dare una risposta in tempi brevi circa la partecipazione. Piuttosto che darsi alla macchia o tergiversare come degli eterni indecisi, basta essere un po’attenti nel rispetto del festeggiato che, se ci ha mosso l’invito, sarebbe contento della nostra partecipazione.
Per un invito si ringrazia sempre. Il giorno dopo, se si è in confidenza, basta una telefonata per la bella serata trascorsa, altrimenti molto di classe è l’invio di un biglietto di ringraziamento.
L’abbigliamento dovrà essere consono al luogo e, nel caso, ad un eventuale tema della serata. Mai strafare! Se c’è un festeggiato, non devo essere io il pavone della situazione rubando la scena.

La proposta del Principe Ranocchio:

Se ci si sente degli inguaribili romantici un buon five o’clock tea con pasticcini sarà senz’altro molto chic. Tazzine di ceramica, tovagliolini ricamati, piccoli macaron e pastine da tè. Tutto accompagnato da musica classica e tanto stile. ( Una piacevole tradizione: il 5 o'clock tea )


Un regalo profumato

di Lulù


Cosa regalare per il compleanno di un’amica di lunga data?

Partiamo dal presupposto che fare un regalo ad una persona a noi cara deve essere una sorta di rito, anche il più piccolo dei “pensieri” presentato in un bel pacchettino e corredato da un bigliettino di auguri sarà davvero il regalo più bello.

Non conta il valore materiale del dono ma il regalo “pensato” appositamente.

Un dono unico potrebbe provenire dalla meta di qualche nostro viaggio: lo stupore della festeggiata ripagherà l’aver mantenuto il piccolo segreto così a lungo. Una collana di tiger eye orientale, il delicato profumo egiziano Secret of the desert, un olio aromatico made in Greece, un maglione morbidissimo direttamente dalle Ande.. a voi la scelta, viaggiare è così meraviglioso! 


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Il profumo delle nostre nonne:

Ecco una piccola proposta in caso di necessità. Un regalo “Principe Ranocchio style” molto chic: l’Acqua di Colonia. Si tratta di un profumo raffinato conosciuto all’origine come Aqua mirabilis e solo successivamente noto come Eau de Cologne. Dalla fragranza delicata e rinfrescante l’ Acqua di Colonia è facilmente adeguabili a gusti disparati data la vasta scelta di essenze. Da una base di bergamotto questo profumo un po’ retrò, può virare verso l’essenza intensa e dolce delle zagare, oppure più aspra e decisa del limone o del cedro, altrimenti verso fragranze più romantiche come la lavanda o il gelsomino. 

Dunque una ricercata Acqua di Colonia, corredata da una graziosa confezione e da un bigliettino scritto a mano, che nell’era della multimedialità vale davvero oro, saranno un mix perfetto per un regalo sicuramente insolito, un piccolo cammeo d’altri tempi per le nostre care festeggiate!




domenica 22 gennaio 2012

Una piacevole tradizione: il 5 o'clock tea

di Lulù

Un classico Earl Grey, un pregiato Darjeeling o un Pai Mu Tan White Peony? A voi la scelta!
Sicuramente un 5 o’clock tea è un’ occasione ideale per trascorrere qualche ora in compagnia.
Tovagliette di lino di Fiandra, una miscellanea di tazzine sopravvissute  al tempo, alzatine di scones, tartine al salmone, o una torta di mele ed un piccolo bouquet di fiori di stagione, saranno degni attori a fianco del vero protagonista del pomeriggio: il tè.


Le stoviglie:

-Tazze da tè con piattini
-Teiera
-Lattiera
-Zuccheriera
-Cucchiaini  e forchettine da dolce
-Piattino con fette di limone e/o arancia

Come disporre le stoviglie:



               

              1.     Tovagliolino
              2.     Forchettina da dolce
              3.     Piattino
              4.     Coltellino da dolce
              5.     Tazza da tè con piattino
              6.     Cucchiaino





La tavola:

-Tovaglia dalle cromie pastello con motivi floreali e tovagliolini (18 x 18)
-Piccolo bouquet di ortensie, bacche, camelie, gardenie o peonie.


PASTINE ALLE MELE DEL PRINCIPE RANOCCHIO
Ingredienti:
-300 gr. farina bianca
-60 gr. burro fuso
-60 gr. zucchero
-3 cucchiai di latte
-2 tuorli
-1 bustina di lievito
-1 pizzico di sale
Preparazione:
Preparare l’impasto con gli ingredienti sovra citati e dividerlo a metà. Stendere la prima metà in uno stampo rettangolare, ricoprire con 3 mele renette grattugiate e spolverizzare con 60 gr. di zucchero e cannella a piacere. Ricoprire interamente con la seconda metà dell’impasto il composto di mele. Cuocere per 30 min in forno preriscaldato a 170 °. Tagliare a quadrati il dolce raffreddato e spolverizzare con zucchero a velo.



PICCOLO CATALOGO DEI TE'

-TE’ BIANCHI. il tè bianco è uno dei più pregiati, viene infatti ricavato da quella che un tempo era la “raccolta imperiale” (la prima fogliolina alla sommità del fusto della pianta). Sono molto delicati al gusto e particolarmente chiari una volta infusi. I più famosi sono Silvery Pekoe Yin Zhen e il Pai Mu Tan White Peony.

-TE’ VERDI. Il tè verde è frutto di ossidazione della foglia, tale da permettere il mantenimento della colorazione verde della stessa. Questo tipo di tè dovrebbe essere bevuto senza l’aggiunta di zucchero, latte o limone.

-TE’ NERI. E’ senza dubbio il tè più aromatico, presenta una colorazione intensa ed un gusto deciso, supportando se si desidera una nuvola di latte o una zolletta di zucchero. I tè neri più famosi sono quelli dell’India e di Cylon come: Darjeeling (solo per il pomeriggio), Assam, Orange Pekoe Flawery e le miscele broken (tè a foglia spezzata) come l’English Breakfast.

-TE’ OOLONG (semi-fermentati). E’ un tè molto intenso ed aromatico con retrogusti legnosi e di frutti essiccati. I più famosi sono i Drago Nero  a fermentazione leggera e gli Oriental Beauty con una fermentazione più sostenuta.

-TE’ PRESSATI. Di origine esclusivamente cinese, le foglie si presentano pressate in diverse forme. Ci sono i Black Brick a mattonella, i Tuo Cha a nido, i Beeng Cha a disco schiacciato.

-TE’ PROFUMATI. Questo tipo di tè si divide generalmente nei Tè Scented ottenuti con un tè di base (nero, verde, semifermantato..) miscelato a fiori profumati come la rosa per il tè nero o il gelsomino per quello verde; altra categoria è quella dei Tè Aromatizzati occidentali come il classico Earl Gray, il Tè alla Vaniglia ed innumerevoli combinazioni con frutti, fiori e spezie.      
                                                                                                                                                            
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sabato 21 gennaio 2012

Guida rapida per un invito a pranzo

di Lulù


Sicuramente al giorno d’oggi il momento del convivio è diventato più informale rispetto a quello che prescriveva nel 1500 Monsignor Della Casa nel Galateo. Alcune regole sono però più che attuali e per niente anacronistiche nel rispetto degli altri commensali. Bastano pochi accorgimenti per rendere la vostra tavola elegante ed unica.

La tovaglia:

La classica tovaglia bianca, sia quella con orlo a giorno della nonna sia “super tecnologica idrorepellente”, è la scelta più semplice ma non scontata e sicuramente elegante.  Ci permette inoltre di abbinarvi qualsiasi fantasia del servizio di piatti senza il rischio di stonare.
Nel caso si preferisca l’utilizzo di tovagliette “all’americana” esse andranno collocate direttamente sul tavolo. Assolutamente no sulla tovaglia come per non volerla sporcare o in sostituzione di sottopiatti. 


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Il centrotavola:

Si possono scegliere delle composizioni di fiori di stagione non troppo profumati dalle cromie in linea con l’arredamento e con la tavola. Altre alternative originali possono essere l’utilizzo di foglie, bacche, frutta o verdura. Il centrotavola non deve però essere la “prima donna” della serata, una muraglia cinese ostacolerebbe la conversazione generale! 


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I segnaposti:

I segnaposti dimostrano l’attenzione del padrone di casa verso i propri ospiti. Si utilizzano generalmente per pranzi formali. Piccoli elementi che riprendono il centrotavola (es: un fiore, una foglia..) con inserito un bigliettino bianco o colorato con il nome dell’ospite eviteranno collocazioni casuali o poco gradite per gli invitati.


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Le stoviglie:

Ecco come muoverci nel mare magnum di ceramiche, cristalli ed argenterie.

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- I bicchieri si trovano alla destra del piatto. Quello più a sinistra è dell’acqua. Gli altri sono per i vini durante le varie portate ed il flûte per il vino da dessert.

- Il piattino per il pane si trova invece a sinistra.

- Il tovagliolo si colloca alla sinistra del piatto.

- L’utilizzo di un sottopiatto (facoltativo) fa sì che l’ospite non rimanga mai con la sola     tovaglia davanti.

- Le posate si usano nell’ordine di presentazione delle portate. Posate per l’antipasto e prima portata sulla destra. Per una seconda portata forchetta alla sinistra e coltello alla destra, con lama verso il piatto. Posate per la frutta e per il dolce davanti al piatto (nell’ordine: coltello con lama verso il piatto, forchetta, cucchiaino. Coltello  e cucchiaino con impugnatura a destra, forchetta con impugnatura a sinistra).


LEGENDA:
      1. Tovagliolo
 2. Forchetta per antipasto
 3. Forchetta per pesce
 4. Forchetta per carne
 5. Piatto fondo
 6. Piattino
 7. Piatto piano
 8. Sottopiatto
 9. Coltello per carne
10. Coltello per pesce
11. Cucchiaio da minestra
12. Forchettina da ostriche
13. Piattino per pane
14. Segnaposto
15. Posate da dessert e frutta
16. Bicchiere da acqua
17. Bicchiere da vino rosso
18. Bicchiere da vino bianco
19. Flute

   


venerdì 20 gennaio 2012

La pochette può fare la differenza

di Anacleto


Per inaugurare questa sezione, abbiamo deciso di introdurre un accessorio maschile che non dovrà più avere segreti. Ebbene si, la pochette non è soltanto un piccolo borsello estremamente elegante nell'universo femminile, ma è anche sinonimo di fazzoletto da taschino per lui. Che sia mostrato o no è appunto nel taschino della giacca il suo posto.


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Il fazzoletto da taschino alias pochette

Scott Fitzgerald ne “Il grande Gatsby” scriveva “Non si può ripetere il passato? Suvvia certo che puoi!”
Cerchiamo di perorare dunque la causa del fazzoletto di tessuto e la sua dimensione un po’dandy nell’era del fazzoletto di carta.
Contrariamente a quello che si può pensare il fazzoletto di tessuto non ha un ruolo meramente estetico ma anche di utilità. Per secoli è stato usato come accessorio pratico: per cogliere uno starnuto, per aprire una bottiglia, per asciugare anche le lacrime commosse della propria bella.
A parte la caratteristica di essere quadrata e con gli angoli leggermente arrotondati la pochette può essere di seta, di lino o  di cotone. E’ da evitare l’abbinamento con la cravatta perché l’accessorio deve contrapporvisi con dignità (lino e cotone per cravatte di raso, seta per cravatte in tessuto opaco o lana). Altra regola è che non deve assomigliare ad un origami: al bando tricorni, conchiglie, fiori e simili. Massima libertà invece sulle fantasie: tinta unita,pois, motivi cashmere, quadretti e righe a volontà!


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Per ravvivare una giacca o dare un tocco estroso al proprio look perché dunque non fare proprio l’uso della pochette? Ripetendo il passato saremo, anche nel 2012, attuali e ricercati.


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Come piegare la pochette

La pochette deve essere portata con disinvoltura, non deve avere piegature certosine da renderla quasi una scultura. Qui di seguito, fra gli innumerevoli modi, riportiamo le piegature che ci sembrano più attuali e più semplici da realizzare senza diplomi da maestri orafi o da modellisti.




lunedì 16 gennaio 2012

Una nascita nel palazzo dove abitiamo

di Lulù



E’nato!

Nei nostri palazzi, in cui spesso non conosciamo nemmeno di vista chi abita sopra o sotto di noi, una nascita annunciata da un piccolo fiocco rosa o azzurro può essere l’occasione per instaurare rapporti di buon vicinato.
E’ un evento che non deve sfuggire alla nostra attenzione e può essere un’altra occasione in cui essere un “principe ranocchio” può fare la differenza! Congratularsi con i genitori sarà un piccolo gesto di sensibilità molto apprezzato.

Cosa regalare?

Per una lieto annuncio si possono regalare fiori abbinati ad un animaletto di peluches, ad un giochino per la culla o ad un piccolo oggetto d’argento o di ceramica, che rimarrà di ricordo dopo che i fiori saranno appassiti. Un bigliettino, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è il completamento del dono.


La scelta dei fiori:

Gigli e rose bianchi sono la scelta più indicata e tradizionale. Una valida alternativa al bianco, però, sono il blu ed il giallo: una pianta di orchidea gialla molto ricercata, oppure dei fiori di lisianthus con felci ed altro verde ornamentale saranno perfetti e trasmetteranno tanta allegria. Si possono altrimenti scegliere dei fiori con colori pastello sul classico rosa o azzurro.
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venerdì 13 gennaio 2012

Il decalogo dimenticato

di Lulù e Anacleto

Ecco 10 regole che possono esserci utili nella vita di tutti i giorni. Sono dei suggerimenti, senza troppe pretese e forse per molti già scontati, raccolti qua e là come delle piccole conchiglie. Nulla è inventato alcuni derivano dalla saggezza delle nostre nonne, altri dal Galateo (questo grande sconosciuto dei giorni nostri), altri da chi lo stile ce l’ha già e ci ha fatto il dono di condividerlo.


1. Come comportasi? Partiamo dal presupposto che non siamo soli su questa Terra!

      2. Il “maschilismo” piace alle ragazze.
    Saper essere gentleman è ancora di moda ed in poche mosse!

3. Il tono di voce: non c’è bisogno di fare il pappagallo da voliera, un po’di savoir faire farà   
    comunque essere al centro dell’attenzione. Ascolta gli altri e parla al tuo turno.

4. Il linguaggio: parla piano, non “mangiarti” le parole. L’italiano è una lingua così bella e  
    varia che di certo troverai espressioni colorite senza dover ricadere nel gergo volgare.

5. I tuoi regali: specifici, mirati ed adeguati ad ogni persona e circostanza. Meno  
    omologazione e più personalizzazione deve essere il tuo must. Ma soprattutto corredali 
    sempre con un bigliettino, farai cosa gradita a chi li riceve.

6. I gomiti sulla tavola proprio NO! Neanche ad un pranzo di fortuna rimediato in 
    Autogrill.
    La tavola è un momento conviviale di aggregazione e di chiacchiere, non una lotta contro 
    il tempo con il tuo risotto o una sfida all’ultimo colpo di fioretto con il gomito del tuo 
    vicino.

7. Essere ospiti e saper ricevere. “La semplicità è la madre dell’eleganza” dice sempre la 
    nonna.  Niente di più vero! Metti a tuo agio gli ospiti, l’invito è per la gioia dello stare 
    insieme, non per l’autocelebrazione o per l’ostentazione dell’argenteria.

8. “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare” (Giorgio Armani)
    Un tubino nero (per lei) può salvare la vita quanto una camicia bianca (per lui), senza 
    strafare. Con questi due passepartout non ti sentirai mai fuori luogo.

9. A scuola, all’università, al lavoro sempre con bon ton.
   Un tacco 12 durante un’interrogazione di greco non è il massimo della vita..e della 
   comodità...

10. Forse questa è la regola più importante: essere sempre adeguati alle circostanze. Non 
     penso proprio che il Re Sole andasse alle battute di caccia con i suoi pantaloni a sbuffo   
     giallo paglierino prediletti per i balli, né tantomeno andasse ai balli, anche se in 
     maschera, con la redingote tutta infangata...peggio di un troll!


giovedì 12 gennaio 2012

Tutti i ranocchi possono trasformarsi in principi

di Lulù e Anacleto

C’era una volta, è così che inizia ogni favola che si rispetti, il Principe Ranocchio, un personaggio bizzarro nel quale un po’ tutti possiamo rispecchiarci.

Entro prima io o esci prima tu dall’ascensore? Il tovagliolo si colloca a destra o a sinistra del piatto? Che cos’è un LBD? La pochette è un accessorio maschile o femminile? Quando regalare una peonia o una gardenia?

Nasce così l’idea scherzosa di questo blog che fornisca suggerimenti concreti per sapersi districare nelle diverse circostanze della quotidianità in modo semplice e sempre adeguato, con quel pizzico di classe e di eleganza che non passerà di certo inosservato.

 “Castigat ridendo mores” (critica con ironia le abitudini) si diceva della satira di Orazio. Così “ Il principe ranocchio” vuole porsi come voce alternativa, senza prendersi troppo sul serio,  ironizzando su quelle abitudini  di uso comune o su quelle circostanze un po’imbarazzanti in cui tutti almeno una volta ci siamo trovati.

Si cercherà pertanto di tenere aggiornato “il principe ranocchio” sperando che gli articoli possano essere simpatici e magari fornire degli spunti utili!


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